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Impianto di bordo

CONSULENZA
Agg. marzo 2024
Imbarcazioni, naviglio e navi sono "luoghi confinati", circondati dall'acqua, caratterizzati da più zone e locali a diversa destinazione d'uso, soggetti all'umidità salina, alle esalazioni del carburante, possono avere più tipi di tensioni elettriche a bordo.
Le considerazioni destano la nostra attenzione e ci inducono ad applicare speciali accorgimenti di protezione, per la vita umana e per la durabilità dei componenti.

L'ossidazione salina è nemica dei contatti elettrici e la bassissima tensione di sicurezza a 12V o 24V instaura elevate correnti che mettono a dura prova gli isolanti e i conduttori dei cavi elettrici che perciò possono costituire insidie latenti, quali contatti incerti e carbonizzazione.
L'acqua intorno non aiuta, ancor meno in condizioni avverse; soprattutto in caso di avaria l'impianto elettrico di bordo diventa essenziale, per vedere bene, per far durare le pompe di sentina, per comunicare con i segnali acustici e luminosi e soprattutto via radio.
Più è minuta l'imbarcazione e più i componenti sono miniaturizzati e perciò vanno più protetti, dalla salsedine, dai solventi e dalle esalazioni corrosive della batteria e intaccanti del vano motore.
Anche la coesistenza dei dispositivi elettrici negli spazi vitali dello scafo instaura dei pericoli; ancor più nei ristretti yacht a vela.
Le incompatibilità tra ambiente e impianti si risolvono applicando la protezione offerta dai consigli delle norme tecniche, ecco perché il progetto dell'impianto elettrico di bordo è essenziale e deve rispettare le Regole Internazionali, le Leggi dello Stato in cui sono registrati (bandiera), le regole tecniche del Registro Navale e degli Enti Tecnici normatori.

Il tipo di navigazione, PROFESSIONALE o da DIPORTO (CE) e la Bandiera, definiscono quali regolamenti applicare.
1 -> Navigazione professionale in mare RD 327/1942 e succ.agg.2002 ; DPR 435/1991 - I Regolamenti di Sicurezza dell'imbarcazione e della nave sono definiti dalle leggi dello stato in cui sono registrate (bandiera).
Il Regolamento per la costruzione dell'impianto elettrico di bordo è trascritto dal Registro Navale Italiano R.I.Na. (o altri enti tecnici di bandiera, es. ABS, Bureau Veritas, ecc.) che classificano il livello di sicurezza della nave.
L'ente tecnico può imporre proprie regole di costruzione per l'impianto elettrico, o allinearsi ai regolamenti IEC (Comitato Elettrotecnico Internazionale) per la normalizzazione a livello mondiale, anche adottati dalla SOLAS.
Per talune apparecchiature di sicurezza, la Comunità Europea ha intrapreso l'unificazione tramite la Direttiva MED (i componenti conformi ne riportano il simbolo timoncino).
Per le unità professionali marittime è richiesta l'approvazione del progetto elettrico e il collaudo finale.
Il Progetto dell'impianto elettrico di bordo, a tutela della vita in mare, deve soddisfare la legislazione dei porti, le leggi internazionali, i regolamenti tecnici di costruzione ed impiegare componenti approvati.
La responsabilità armatoriale sussiste nei confronti del Personale, dei Trasportati, delle merci (per la Navigazione Professionale, pure in laguna, le piccole unità sono considerate "NAVI").
Ai fini della sicurezza, a bordo delle unità navali italiane si applica anche il Testo Unico della Sicurezza DM 81/2008.
2 -> "Acque interne" (senza sbocco al mare) - Dir.2006/87/CE e DL n.22/2009;
3 -> Acque interne Europee - Nel 2017, il Comitato europeo per l'elaborazione di norme per la navigazione interna (CESNI) ha emanato la Norma europea che fissa i requisiti tecnici per le navi della navigazione interna.
4 -> Nautica da diporto (senza scopo di lucro) Direttiva Europea 94/25/CE; DM 232/1994; DL 171/2005; DM 146/2008 - Il costruttore (o l'importatore) accerta la conformità alla Direttiva Comunitaria, consegna la Dichiarazione CE e il Manuale d'uso dell'equipaggiamento elettrico di bordo.
Per l'impianto elettrico, fa fede l'all.1 art5.3 del DL171/2005, che semplifica le norme navali; se però la barca ha lunghezza superiore a 10m, in occasione del rilascio e rinnovo del Certificato di Sicurezza si applica l'art.57 del DM146/2008 che impone il Regolamento Tecnico dell'Ente prescelto (cioé la normativa navale).
Per il diporto, l'autocostruzione è ammessa (art.4 DL171/2005) se entro 5 anni non segue l'immissione sul mercato comunitario.
DOMANDE E RISPOSTE FREQUENTI

Il progetto dell'impianto elettrico dell'imbarcazione è obbligatorio? Si, sia esso per la navigazione professionale che per la marcatura CE, il fabbricante deve conservarlo nel Fascicolo Tecnico di costruzione dell'unità navale.
Se manca, forse la barca è stata autocostruita (barche personali, natanti non CE) o è attempata e pertanto il progetto non è più reperibile.

Se la tensione è fino a 24Volt, c'è motivo di pianificare il progetto elettrico di bordo? Sì, nelle piccole imbarcazioni (nautica) la distribuzione elettrica a 12-24V  (detta "elettronautica") non folgora, ma nemmeno può dar spazio alle libere interpretazioni.
L'umidità salina, ossida e corrode, inoltre le elevate correnti in circolo nei cavi possono provocare incendi o sviluppare scintille, pericolose data la presenza di gpl, di vapori di benzina, dell'idrogeno liberato durante la carica delle batterie (accumulatori).
Pertanto, anche per i 12-24V, il progetto non deve sottovalutare la sicurezza normativa.

Come si individua se l'impianto elettrico di bordo è sicuro? Soprattutto per natanti e piccole imbarcazioni, vige il fai da te" e talvolta si riscontrano: cavi economici, isolati in PVC (raramente ammessi) surriscaldati e corrosi, anneriti; gradi di isolamento scarsi e contatti ossidati; avviamento incerto, pompe di sentina che non s'avviano; batterie sottocarica; dispersioni e corrosione precoce di zinchi e saldature dello scafo metallico, perfino la corrosione galvanica dei perni metallici o dei chiodi delle assi del fondo quando in legno.

Qual'è la convenienza del progetto dell'equipaggiamento elettrico di bordo? Un progetto ben dimensionato rende l'imbarcazione affidabile che vale di più:
  • ogni tecnico potrà individuare i circuiti e gli eventuali guasti per intervenire in sicurezza;
  • i materiali approvati dal Registro Navale sono autoestinguenti, non sviluppano gas tossici, resistono all'umidità salina, ai solventi e ai gas combusti;
  • i passacavo preservano la funzione delle paratie e l'integrità dello scafo;
  • la distribuzione elettrica di bordo assicura isolamento e l'equipotenzialità verso "terra" (acqua);
  • si minimizza la corrosione dovuta alle correnti parassite e correnti galvaniche, sia delle parti immerse che dello scafo;
  • si analizzano e si limitano i rischi causati dalle fulminazioni atmosferiche.

Come si fa ad applicare la normativa tecnica nelle imbarcazioni da diporto che offrono spazi modesti ?
Non è di immediata interpretazione perché la normativa impone più batterie (motore, servizi, emergenza, VHF) e più fonti energetiche (più generatori principali, generatore di emergenza, barre separate), considerevoli correnti e grossi cavi, ma si può fare il confronto tra quel che effettivamente ci serve a bordo e quel che ci consiglia o che impone la norma. Potrebbe sembrare tempo perso, invece la consapevolezza e le giuste scelte vi offriranno durabilità e sicurezza.
Un esempio di progetto per imbarcazione a vela, come consigliato dalla normativa navale, è riportato nel testo-progetto ELECTRONBOARD (autore lo scrivente) che potete leggere gratuitamente come ebook su "kindle unlimited" o acquistare stampato su Amazon o Giunti.
SERVIZI PERITALI

Disamina e verifica, perizia, progetto e redazione di manuali di impianti elettrici nautici e navali.
  • Per il "Diporto": redazione del "Fascicolo Tecnico" elettrico CE del Costruttore, del "Manuale d'Uso e Manutenzione"
  • Per la "Navigazione Professionale in Mare", redazione del progetto da inviare al Registro Navale
  • Per altre navigazioni locali, analisi e applicazione delle disposizioni stabilite dagli enti di competenza

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